Bassetti, la storia della biancheria da letto

5 novembre 2020
Bassetti, la storia della biancheria da letto

Gli inizi dell’azienda Bassetti

Le lenzuola bassetti così come i famosi piumoni bassetti non esisterebbero se, nel 1830, il signor Carlo Baroncini non avesse preso la decisione di lanciarsi nel mondo commerciale aprendo un emporio, atto alla vendita di tessuti, tele, tovaglie, tende, coperte e maglie.

L’emporio in questione venne aperto a Milano, nel cuore della Ca’ Granda, edificio rinascimentale che fu sede dell’Ospedale o oggi lo è dell’Università; e a Milano restò per almeno altri settanta anni, durante i quali subentrò nell’attività il cugino del Baroncini, un certo Giovanni Bassetti, che finì per rilevare l’intera attività nel 1884 e dargli il suo nome.

L’azienda mantenne questo nome anche dopo la morte del proprietario e il passaggio della gestione ai figli di questi. Sotto la guida dei figli di Bassetti, l’attività venne ingrandita e arrivò a contare degli stabilimenti a Rescaldina, a Trezzo d’Adda, a Revello e a Biassono, grazie alla crescente meccanicizzazione della produzione. Inoltre, nel 1920, l’azienda continuò ad affermarsi tramite la creazione di un progetto speciale: la Scuola in Fabbrica.

Al termine degli anni ’20, poi, entrò nell’azienda il figlio più giovane del Bassetti, Giannino, che realizzò magazzini e punti vendita su tutto il territorio nazionale, grazie al grande investimento in pubblicità. Così, l’azienda Bassetti continuò ad ampliarsi e a stabilizzare la sua posizione sul territorio.

L’azienda Bassetti negli anni del boom economico

Gli anni del boom economico permisero all’azienda italiana di espandersi ancor di più sul territorio nazionale e in quello estero. Infatti, in quegli anni il marchio Bassetti divenne il marchio tessile italiano più conosciuto nei paesi stranieri, e in Italia i suoi stabilimenti arrivarono a quota 16, comprendendo ben 2400 lavoratori.

Negli anni ’70, dopo che i prodotti del marchio, come le trapunte bassetti, avevano già riscosso ampio successo in tutta Europa, l’azienda si trasformò da unica industria tessile a gruppo industriale, acquistando altre aziende, come il Linificio e Canapificio nazionale e sviluppandosi in altri settori, come quello alimentare e quello immobiliare.

All’inizio del decennio successivo, però, Giannino Bassetti morì, lasciando l’intera attività commerciale e industriale ai figli, e contemporaneamente l’azienda iniziò a sperimentare una crisi profonda che la costrinse a vendere diverse attività per sanare i debiti, tra cui le più importanti che avevano contribuito a rinsaldare la fama dell’azienda, come il Lanificio e Canapificio e il Cotonificio di Conegliano.

I rapporti con Marzotto e Zucchi

A seguito della morte del proprietario e della vendita di alcuni edifici, a metà degli anni ’80 la famiglia Bassetti decise di cedere l’intera azienda alla Marzotto, altra realtà molto famosa nel panorama tessile italiano con sede a Valdagno.

Dopo nemmeno un anno dalla cessione, la Marzotto decise di cedere a sua volta l’intero pacchetto azionario della Bassetti alla famiglia Zucchi. Questa cessione determinò un netto miglioramento delle condizioni finanziarie dell’azienda, che si risollevò e fece il suo ufficiale ingresso in Borsa, dopo aver concluso l’anno con un fatturato di 126 miliardi.

Le nuove condizioni economiche permisero all’azienda di rilevare anche il capitale della Jalla, azienda francese produttrice di spugne.

Il decennio degli anni ’90 vide nuovamente la Bassetti incrementare il suo fatturato, che arrivò a quota 498 miliardi nel 1995. Grazie a questo ottimo andamento, venne stabilita la fusione con la Zucchi, che si attuò nel 2001, dando vita al sodalizio zucchi e bassetti, che oggi è conosciuto per essere uno dei migliori marchi tessili italiani con esportazioni all’estero.

Gli inizi dell’azienda Bassetti

Le lenzuola bassetti così come i famosi piumoni bassetti non esisterebbero se, nel 1830, il signor Carlo Baroncini non avesse preso la decisione di lanciarsi nel mondo commerciale aprendo un emporio, atto alla vendita di tessuti, tele, tovaglie, tende, coperte e maglie.

L’emporio in questione venne aperto a Milano, nel cuore della Ca’ Granda, edificio rinascimentale che fu sede dell’Ospedale o oggi lo è dell’Università; e a Milano restò per almeno altri settanta anni, durante i quali subentrò nell’attività il cugino del Baroncini, un certo Giovanni Bassetti, che finì per rilevare l’intera attività nel 1884 e dargli il suo nome.

L’azienda mantenne questo nome anche dopo la morte del proprietario e il passaggio della gestione ai figli di questi. Sotto la guida dei figli di Bassetti, l’attività venne ingrandita e arrivò a contare degli stabilimenti a Rescaldina, a Trezzo d’Adda, a Revello e a Biassono, grazie alla crescente meccanicizzazione della produzione. Inoltre, nel 1920, l’azienda continuò ad affermarsi tramite la creazione di un progetto speciale: la Scuola in Fabbrica.

Al termine degli anni ’20, poi, entrò nell’azienda il figlio più giovane del Bassetti, Giannino, che realizzò magazzini e punti vendita su tutto il territorio nazionale, grazie al grande investimento in pubblicità. Così, l’azienda Bassetti continuò ad ampliarsi e a stabilizzare la sua posizione sul territorio.

L’azienda Bassetti negli anni del boom economico

Gli anni del boom economico permisero all’azienda italiana di espandersi ancor di più sul territorio nazionale e in quello estero. Infatti, in quegli anni il marchio Bassetti divenne il marchio tessile italiano più conosciuto nei paesi stranieri, e in Italia i suoi stabilimenti arrivarono a quota 16, comprendendo ben 2400 lavoratori.

Negli anni ’70, dopo che i prodotti del marchio, come le trapunte bassetti, avevano già riscosso ampio successo in tutta Europa, l’azienda si trasformò da unica industria tessile a gruppo industriale, acquistando altre aziende, come il Linificio e Canapificio nazionale e sviluppandosi in altri settori, come quello alimentare e quello immobiliare.

All’inizio del decennio successivo, però, Giannino Bassetti morì, lasciando l’intera attività commerciale e industriale ai figli, e contemporaneamente l’azienda iniziò a sperimentare una crisi profonda che la costrinse a vendere diverse attività per sanare i debiti, tra cui le più importanti che avevano contribuito a rinsaldare la fama dell’azienda, come il Lanificio e Canapificio e il Cotonificio di Conegliano.

I rapporti con Marzotto e Zucchi

A seguito della morte del proprietario e della vendita di alcuni edifici, a metà degli anni ’80 la famiglia Bassetti decise di cedere l’intera azienda alla Marzotto, altra realtà molto famosa nel panorama tessile italiano con sede a Valdagno.

Dopo nemmeno un anno dalla cessione, la Marzotto decise di cedere a sua volta l’intero pacchetto azionario della Bassetti alla famiglia Zucchi. Questa cessione determinò un netto miglioramento delle condizioni finanziarie dell’azienda, che si risollevò e fece il suo ufficiale ingresso in Borsa, dopo aver concluso l’anno con un fatturato di 126 miliardi.

Le nuove condizioni economiche permisero all’azienda di rilevare anche il capitale della Jalla, azienda francese produttrice di spugne.

Il decennio degli anni ’90 vide nuovamente la Bassetti incrementare il suo fatturato, che arrivò a quota 498 miliardi nel 1995. Grazie a questo ottimo andamento, venne stabilita la fusione con la Zucchi, che si attuò nel 2001, dando vita al sodalizio zucchi e bassetti, che oggi è conosciuto per essere uno dei migliori marchi tessili italiani con esportazioni all’estero.